“E vissero per sempre felici e contenti“. L’idea di eterna durata sembra infondere un senso di sicurezza e purezza alle relazioni. Arriviamo, a volte, addirittura al punto di giudicare come fallimento la chiusura di un rapporto mentre come nobile il suo strenuo mantenimento.
Ma siamo sicuri che la durata sia una proprietà connaturata nelle relazioni? E in ultima battuta: possiamo davvero farne affidamento nei rapporti interpersonali?
UNA SIMILITUDINE “AZZARDATA”
Partiamo da una domanda: perché esiste il gioco d’azzardo? Per far arricchire qualche fortunato giocatore? Purtroppo no. Far guadagnare chi gioca non è la finalità del gioco d’azzardo, bensì la creazione di profitto per il casinò (o per chiunque offra quel servizio). Come si dice: “sul lungo periodo il banco vince sempre”.
Ma questo cosa c’entra con le relazioni? Ebbene, allo stesso modo in cui il gioco d’azzardo sembra fatto per far guadagnare chi gioca, le relazioni sembrano fatte per durare nel tempo. Ma queste sono entrambe convinzioni illusorie, e pericolose, dalle quali sarebbe meglio stare a debita distanza.
Nell’esempio del gioco, in casi estremi si arriva a puntare ogni guadagno e a indebitarsi in una lotta impari con la dea bendata. E in maniera simile si rimane spesso attaccati a relazioni viziose, a volte tossiche, nel tentativo estremo di prolungarne il tempo di vita; o di sofferenza, se scegliamo d’essere del tutto onesti con noi stessi.
CERCARE RIPARO NELLA TANA DEI LUPI
Dunque, perché tendiamo a far durare il più possibile i rapporti interpersonali? A causa di fattori che ci colpiscono chi più chi meno:
- lo stigma sociale che spesso affligge le relazioni che si sciolgono, viste come fallimentari e dunque di poco valore;
- l’attaccamento nutrito nel tempo verso persone, abitudini e comodità, che ci induce a mantenere disperatamente rapporti anche a costo di accettare un lento e reciproco avvelenamento quotidiano;
- l’illusoria convinzione che sul finire di un rapporto debba per forza avvenire un evento tragico, di rottura, prima di prendere seriamente in considerazione un allontanamento;
- la paura di rimanere soli o isolati, pensieri consolidati da uno scarso lavoro su se stessi e sulla propria autonomia individuale;
- il senso di sicurezza che proviamo nei confronti di un rapporto in comfort zone;
- il bias cognitivo che ci porta a credere che non incontreremo mai più persone con le quali vivere una relazione così appagante;
- la paura di inquinare esperienze passate a causa di decisioni presenti.
Il problema è che questi fattori possono indurci a preferire la quantità di tempo alla qualità della relazione, oltre a portarci grandi sofferenze altrimenti riducibili. Ci donano un senso di sicurezza e riparo, senza dubbio, ma chiedendoci di barattarle con la nostra stessa serenità.
INVESTIRE SU UNA RELAZIONE SANA
Le relazioni non sono quindi fatte per durare, ma per essere vissute. Qualsiasi tipo di relazione, che sia di conoscenza, di amicizia o di altro tipo, ha come fine ultimo la collaborazione, la condivisione, lo scambio di idee ed esperienze di vita.
La durata diviene un auspicio, non la base portante del rapporto, e segue come naturale conseguenza una relazione nutrita giorno per giorno senza paure assillanti sul futuro. Il futuro è infatti incerto per definizione, e in quanto tale risulta inutile provare a controllarlo. La chiave non è focalizzarsi sul far durare un legame a tutti i costi, ma prendersene cura nel presente, con presenza, rinnovando gratitudine per ogni singolo istante da vivere insieme.
Questo non significa che sia sbagliato desiderare legami lunghi, tutt’altro. Tuttavia è bene non eleggere la durata a cartina tornasole dei nostri rapporti, e accettare che è del tutto normale che le relazioni abbiano un inizio e una possibile conclusione. Non è un fallimento, è il normale corso della vita.
Sarebbe saggio accettare una volta per tutte che la vita è un’esperienza fondata sull’impermanenza, priva di forme statiche, un continuo fluire di esseri ed energie dinamiche. Voler controllare il futuro nelle relazioni diventa una sfida persa in principio (un po’ come la similitudine del gioco d’azzardo discussa prima). Una sfida che ci allontana dal nostro pieno benessere.
- Categoria: Spiritualità
- Tag: relazioni
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Ti auguro serenità e chiarezza interiore. A presto!
Nicolas Barilari