Dharma è un termine sanscrito originario dell’Asia meridionale che non possiede un corrispettivo in italiano, anche se potremmo tradurlo con la tua vera vocazione. Ma perché può rivestire un ruolo cruciale nella nostra vita?
Nel suo libro Think Like a Monk (puoi trovarlo su Amazon anche in versione italiana dal titolo Pensa Come un Monaco), l’ex monaco indiano-britannico Jay Shetty spiega come il dharma sia la combinazione tra le nostre passioni e abilità (varna) e la comprensione dei bisogni del mondo e di come servire gli altri incondizionatamente (seva).
Comprendere il concetto di dharma e coltivarlo nella propria vita diventa dunque un percorso alla scoperta di un significato più profondo di se stessi, del proprio scopo individuale e del rapporto con gli altri.
A.A.A. CERCASI DHARMA
Il cammino alla ricerca del proprio dharma è un tragitto del tutto personale, che avviene in gran parte scavando dentro se stessi. Lo psicologo Ram Dass ne dà questa interpretazione: “Dharma è quando ami te stesso in tutti i ruoli che ricopri.”
Mentre Jay Shetty lo sintetizza in una formula: “Dharma = Passione + Abilità + Utilità.” Questo significa che se siamo contenti solo quando le persone spendono buone parole su un lavoro che abbiamo compiuto, allora è segno che non siamo appassionati di quel lavoro. E in modo analogo se continuiamo a seguire i nostri interessi e abilità ma nessun altro ne trae giovamento, allora la nostra passione non è d’utilità sociale.
Dunque come trovare il proprio personale dharma? Rispondere alle seguenti domande può aiutare nella ricerca:
- Quali sono stati gli eventi di vita e le sfide più dure che hai superato e come ti hanno reso/a la persona che sei? Puoi trovare un modo per tradurre queste esperienze in modo che possano aiutare o educare gli altri?
- Quali sono le attività che ti attraggono in maniera naturale e quali di queste ti trasmettono una sensazione di gioia pura? Potrebbe essere cucinare, fare giardinaggio, giocare coi bambini. Puoi trovare un modo per cui queste attività siano anche utili per la comunità?
- Quali sono i tuoi tratti o abilità per i quali i tuoi amici e la tua famiglia si complimentano di più con te? Puoi usarli per aiutare gli altri?
- Se la paura e tutti gli altri ostacoli limitanti non facessero più parte del tuo percorso d’esistenza, quale sarebbe lo scopo che vorresti perseguire nella tua vita?
IL DHARMA SI PERCEPISCE COL CORPO
La mente ci pone spesso di fronte a pensieri limitanti come l’idea di non potercela fare, o di non avere tempo, o di essere troppo vecchi, o di sapere già come andrà a finire, ecc.
Ma il vero dharma non si sceglie con la razionalità della mente, bensì si percepisce con tutto noi stessi:
- Sentirsi vivi
Per alcune persone, vivere il proprio dharma significa sentirsi calmi e in pace, per altri eccitati e gioiosi, per altri ancora vivi e connessi al mondo, con un sorriso stampato sul viso. - Sentirsi nel flow
Quando sperimenti il tuo dharma provi un impulso naturale ad agire, la fatica cede spazio alla sensazione di trovarti nel tuo elemento, e perdi la cognizione del tempo. - Comfort
Nel tuo dharma non ti senti da solo o fuori posto, non importa dove ti trovi fisicamente o quanta gente tu abbia intorno. - Frequenza
Se ti è piaciuto provare una volta un corso di cucina o il tiro con l’arco, non significa che questi siano il tuo dharma. Essere nel tuo dharma richiede che tu sia ben disposto a ripetere l’azione più e più volte. - Crescita positiva
Mano a mano che diventi più consapevole del tuo dharma, la fiducia in te stesso aumenta, e diventi meno competitivo. Nonostante la tendenza a compararti con gli altri potrebbe non sparire completamente, viene ristretta considerevolmente. Non vedi più i rifiuti e le critiche come un attacco, ma come un’informazione che puoi scegliere se accettare o rifiutare, dipendentemente dal fatto che possa aiutarti a migliorare o meno.
- Categoria: Spiritualità
- Tag: dharma, pensiero orientale
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Ti auguro serenità e chiarezza interiore. A presto!
Nicolas Barilari