EPISODIO 4 DEL MIO PODCAST AMORE LIBERO
— Se preferisci, puoi ascoltare il mio podcast qui. Altrimenti, buona lettura!
Quando siamo piccoli e veniamo cresciuti dai nostri genitori o da chi si prende cura di noi, è un po’ come se costruissimo una casa di mattoni, una casa che ha alcuni buchi, che ha alcuni mattoni rotti e altri perfetti. La maggior parte di questi mattoni vengono posizionati dai nostri genitori o dai nostri caregivers. Quando poi in età adulta incontriamo una persona con la quale vogliamo costruire una relazione amorosa, ci rendiamo conto che anche lei ha costruito nel tempo una sua casa. E spesso vogliamo o ci aspettiamo, magari a livello subconscio, che quella persona lasci la sua casa rotta e venga ad abitare nella nostra. Siamo insomma spesso portati a credere che il modo in cui la nostra casa è costruita, quindi il modo in cui siamo stati cresciuti, è il modo corretto. Quindi vorremmo che l’altra persona lasciasse la sua casa per abitare nella nostra. Tuttavia ci dimentichiamo che anche l’altra persona attua lo stesso pensiero, aspettandosi che noi lasciamo la nostra casa rotta e andiamo ad abitare nella sua. E a questo punto si arriva a capire, grazie alla metafora, che costruire al meglio una relazione d’amore non significa andare a vivere nella casa del partner piuttosto che nella propria, ma selezionare i mattoni migliori della propria (e il partner i mattoni migliori della sua) e incontrarsi per trovare il modo di costruire una casa nuova per entrambi. Una casa che simboleggia la relazione, in cui ognuno dei due porta le parti migliori di sé.
Quella che hai appena letto è una storia con la quale sono venuto in contatto da poco e che mi ha colpito, che mi sembra calzare a pennello con il tema che trattiamo in questo quarto episodio del podcast.
In una relazione che funziona si portano le parti migliori di sé in coppia. Questo non significa evitare di mostrare le fragilità, ma impegnarsi a essere una buona versione di sé con il partner, mettere in campo i propri punti di forza in modo tale che si possa goderne insieme. Questo dà importanza alla relazione, stimola la crescita di entrambi, senza lasciare nessuno dei due indietro. Perché spesso, diciamocelo, trascorriamo giornate impegnative, difficili, in cui ce l’abbiamo messa tutta per mostrare i nostri talenti all’esterno: in campo lavorativo, nel campo dello sport, nel campo delle amicizie, del tempo libero. Poi però, quando torniamo dal partner, ecco il momento per sfogarci di tutto quello che non va, di tutta la frustrazione accumulata durante la giornata, delle lamentele, della rabbia repressa. Probabilmente ci è capitato di mettere spesso in mostra una delle nostre parti peggiori: quella che utilizza la relazione un po’ come un lavatoio. Si, detta così sembra difficile da accettare, ma ragazzi, la realtà è spesso difficile da accettare. Ma non per questo non va compresa! Quindi, piuttosto che utilizzare la relazione come un modo per liberarsi dalle tossine accumulate in eccesso durante le giornate, un modo che sostiene la coppia è quello di essere noi stessi autonomi della nostra pulizia e del nostro bilanciamento, del nostro stato interiore, così da essere poi capaci e avere le energie per dedicare momenti più positivi e significativi in coppia.
A questo punto ti potrebbe venire automatica la domanda, come trovare le parti migliori di me che ha senso condividere in coppia? Beh, giustamente cambia da persona a persona, però se vogliamo trovare una regola generale potremmo dire che spesso le parti migliori di noi prendono forma dai valori in cui crediamo e su cui si basa la nostra integrità personale. Dunque un altro modo per costruire al meglio una relazione è quello di basare la stessa sui valori piuttosto che sugli interessi. Mi spiego meglio. Un interesse è spesso qualcosa di passeggero: potrebbe essere per esempio fare il volontariato un giorno alla settimana. Questo interesse potrebbe andarsene col tempo, tuttavia è importante individuare da dove nasce. Nasce da un valore sottostante che è quello di aiutare gli altri. Questo valore sottostante è meno incline a mutare col tempo, è più duraturo, e si manifesta in superficie con interessi (che invece cambiano nel tempo). Se vogliamo fare un altro esempio, un altro valore molto comune è quello della salute fisica, che si può manifestare in interessi come la palestra, come un determinato sport, come un’alimentazione sana. Mentre gli interessi mutano facilmente nel tempo, i valori sottostanti rimangono, e sono quelli che danno identità alla persona. Per cui, ricordati di dare importanza ai valori ed essere in comunione di valori con la persona che stai conoscendo piuttosto che di interessi.
Ma questo significa che non possono esserci compromessi in coppia? No, ovviamente. Ci sono compromessi in tutti gli ambiti della vita, in misura piccola o grande. Ma i compromessi non andrebbero fatti sui valori. Perché se spegniamo un nostro valore in favore dell’altro o chiediamo all’altra persona di spegnere un suo in favore nostro, stiamo andando ad intaccare una parte della sua identità oppure una parte della nostra. Dunque i compromessi sì, ma sugli interessi. Su ciò che c’è di mutevole, non sui valori fondanti.
E ora vorrei parlarti di un altro concetto fondamentale per costruire al meglio una relazione: quello della porta aperta, collegato al valore della libertà. L’essere umano desidera essere libero dagli albori, e anche nelle relazioni d’amore dobbiamo essere in grado di accettare che il partner abbia una porta aperta verso il mondo esterno a noi. E qui sento già le domande, ma quindi mi stai dicendo che il mio compagno o la mia compagna può fare quel cavolo che gli pare senza limitazioni? E dovrei pure imparare a farmelo star bene? Beh, in qualche modo sì. E questo per almeno quattro motivi.
Il primo è che credo nessuno di noi voglia stare con una persona che si forza a compiacerci indossando la maschera di promesse fatte anni prima, magari come se si parlasse della firma di un contratto. Se vogliamo davvero comprendere quanto la persona che abbiamo davanti tiene a noi, la chiave è la libertà, la porta aperta. Se questa persona tiene davvero a noi, nella sua piena libertà agirà liberamente in modo tale da dimostrare il suo interesse, da dimostrare la sua fedeltà, senza che questa gli venga imposta. Risulterà come una cosa naturale, una cosa per cui c’è veramente un interesse, un desiderio profondo e non una costrizione data da un meccanismo a gabbia chiamato “coppia”.
Il secondo motivo ha a che fare con la fiducia, un valore che spesso poniamo come vessillo in cui crediamo profondamente, ma che a volte ci dimentichiamo di mettere in pratica nel concreto. Perché qual è la vera fiducia a questo punto? La vera fiducia è quella che accetta di essere infranta. Si costruisce a piccoli passi, conoscendo la persona che abbiamo davanti, assolutamente. Ma una volta costruita, la fiducia più pura è quella che accetta la possibilità che l’altro la infranga. E con questo non voglio dire che dobbiamo accettare una possibile infrazione di tale fiducia. Se dovesse esserci mancanza di rispetto di questa fiducia, agiremo ovviamente di conseguenza (nella maggior parte dei casi allontanandoci da questa persona, magari). Tuttavia, ciò che voglio dire è che una fiducia che allega clausole che impongono determinati limiti o comportamenti, non è una reale fiducia.
Terzo motivo per il quale è fondamentale lasciare la porta aperta al proprio partner, e far rispettare anche il fatto di avere una propria porta aperta verso l’esterno, è il concetto di Scarcity Effect. Cos’è? Lo Scarcity Effect nasce quando iniziamo a dare valore a un determinato comportamento quando questo ci viene precluso, quando sappiamo che non possiamo mangiare quella torta, per esempio: ecco che iniziamo a desiderarla come non mai, che diventa motivo enorme di desiderio. Al contrario, quando poi la torta ci viene concessa e anzi ce ne viene data una nuova ogni qualvolta la richiediamo, quella torta inizia a perdere di significato, perché non è più un bene scarso, è un bene in abbondanza. Quindi imporre alla nostra partner o al nostro partner di costruire un muro tra sé e l’esterno alla relazione rischia di creare uno Scarcity Effect per cui l’ambiente esterno viene sempre più desiderato.
E quarto e ultimo importantissimo motivo che va a corroborare il concetto di porta aperta è l’importanza degli stimoli in relazione. La coppia alla fine è un punto di incontro fra due individui che inizialmente, durante la fase dell’innamoramento, hanno molto da condividere: tutto è nuovo, è tutto da esplorare, è tutto un desiderio, tutto una curiosità. Ma col tempo si inizia a conoscersi meglio, e questi stimoli che si creano in coppia solitamente vanno a scemare piano piano. Per questo l’importanza fondamentale di lasciare una porta aperta all’esterno: per far sì che entrambi gli individui della coppia abbiano anche la possibilità di fare esperienze. E con questo non parlo di esperienze di coppia aperta, intendiamoci. Parlo di libertà nell’esprimersi in maniera lavorativa, di farsi nuovi amici, di ampliare i propri collegamenti, di esplorare nuovi interessi; dunque di fare anche esperienze individuali che poi vengano condivise in coppia e tradotte in nuovi stimoli. Questo aiuta enormemente la relazione a tenere acceso quel fuoco e a non farla cadere (come spesso può accadere) nella banalità, nella piattezza, dopo anni di conoscenza.
E vorrei porre l’accento su un concetto che sembra banale ma banale non è, e cioè il fatto che in una relazione si gioca in due. È come un team formato da due persone che lavorano e si impegnano per un bene comune. Questo significa che entrambi portano valore nella coppia, entrambi portano stimoli dall’esterno da poter condividere insieme. Però talvolta assistiamo a dinamiche invece per le quali c’è uno dei componenti della coppia che paradossalmente si sente da solo all’interno della relazione. Sente di fare la sua parte, di generare stimoli anche dall’esterno e portarli in coppia per goderne insieme. Tuttavia l’altro partner, magari perché si sente confuso, magari perché ha perso curiosità nella vita, trova stimolo nell’altra persona. Quindi piano piano inizia a perdere il focus su se stesso e perde di integrità, per iniziare a identificarsi nel partner: si annulla pian piano per vivere il mondo della persona che ha al fianco. Si viene a creare facilmente necessità, bisogno di attaccamento, piuttosto che reale interesse e genuino desiderio. Dunque diventa fondamentale saper creare un equilibrio in cui c’è uno scambio da entrambe le direzioni. In cui entrambi si chiedono: cosa sto portando all’interno della relazione? Quell’amore allora non è più necessità, ma diventa un modo per condividere e mescolare gioiosamente stimoli che provengono da due sorgenti, da entrambi i partner.
Perché, ribadiamolo un’altra volta, non siamo la metà di qualcosa o qualcuno se sappiamo curare prima di tutto noi stessi come individui. In età adulta non abbiamo la necessità di attaccarci a un’altra persona per sentire di avere un’identità. L’amore a questo punto diventa decisione: decisione di vivere esperienze insieme, di condividere ciò che si impara all’interno della relazione, ma anche ciò che si è imparato individualmente fuori, e portarlo dentro come valore aggiunto.
In definitiva, riallacciandoci al concetto della porta aperta (e aggiungerei anche a quello dell’impermanenza della vita, di cui probabilmente parleremo meglio in uno dei prossimi episodi), la relazione d’amore diventa quella in cui ci si sceglie ogni giorno. Si sa di avere una porta aperta verso l’esterno, si guarda l’esterno (e con questo intendo esperienze, persone, ecc…) e si sceglie di rimanere col partner. Questa è una scelta libera, è una decisione priva di catene, priva di obblighi. È un desiderio che rende felici perché è un desiderio puro, non guidato da una promessa che debba durare gli anni o in eterno, non guidato da un vincolo apparente costruito semplicemente sulla paura del rimanere soli.
Trovo personalmente bellissimo prendere consapevolezza di queste dinamiche, che non ci rendono persone a prova di bomba, perfette, super efficienti, efficaci in ogni situazione. Tuttavia ci danno la possibilità di comprendere ciò che sta accadendo, anche di comprendere un errore commesso. Perché è normale essere presi dal momento, è normale essere emotivamente coinvolti, poco lucidi. Tuttavia, porre una riflessione su questi argomenti che teniamo ormai da quattro puntate su questo podcast ci dà modo di avere una “cassetta degli attrezzi”, un modo di tradurre in maniera più efficace ciò che può capitare.
E detto questo, mi auguro tanto che tutto ciò possa aiutare anche te come sta aiutando e ha aiutato me in prima persona. Ci vediamo al prossimo episodio. Un abbraccio.
Grazie!
- Categoria: Podcast Amore Libero
- Tag: mia esperienza, relazioni
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Ti auguro serenità e chiarezza interiore. A presto!
Nicolas Barilari