EPISODIO 5 DEL MIO PODCAST AMORE LIBERO
— Se preferisci, puoi ascoltare il mio podcast qui. Altrimenti, buona lettura!
Lei è in piedi davanti a me. Ho i suoi occhi lucidi incollati addosso. Si schiarisce la voce: “Tra pochi giorni parti per il Vietnam e chissà quando ti deciderai a tornare, voglio venire con te”. A queste parole mi si apre uno squarcio sotto al petto, uno di quelli che arrivano quando due forze opposte dentro di te si risvegliano. Abbasso lo sguardo, sento lo stomaco chiudersi in una morsa. La mia mente mi suggerisce un “Okay”, la mia bocca si apre e le sussurra “No”.
MENTE, CORPO, SPIRITO
La mente mente. Il corpo, invece, non mente.
Ciò che hai sentito in intro mi è capitato qualche tempo fa, prima che partissi per un viaggio in Sud Est asiatico. Mi trovavo con la mia ex compagna in Italia, e lo ricordo come uno dei momenti più salienti in cui mi sono proprio reso conto di quanto il corpo non menta quando ci invia dei segnali. Quando, come in questo caso, razionalmente vogliamo qualcosa, razionalmente ci convinciamo che una direzione sia quella giusta; poi il nostro corpo, tuttavia, ci invia segnali sotto forma di disturbi quali dolore, tremore, prurito, eccessivo calore o freddo, fino ad arrivare a casi estremi con gli attacchi di panico.
Corpo e mente sono collegati, è vero, se sta bene uno porta beneficio anche all’altro e viceversa. Tuttavia, il corpo non sottostà alla razionalità della mente e si trova ad un livello intermedio più profondo rispetto a quello della mente di superficie. Se volessi fare una suddivisione in base alla profondità di percezione, metterei la mente allo strato più superficiale, la razionalità. Poi il corpo, le sensazioni fisiche, gli impulsi, le emozioni ad uno strato intermedio più profondo. Poi, infine, lo spirito, ancora più sotto: il demone interiore di cui abbiamo parlato nella prima puntata, l’intuizione profonda, l’energia che emerge quando meditiamo, per esempio, che è il grande tema di questo quinto episodio.
Insomma, scommetterei che anche a te è capitato, forse anche se non te lo ricordi in questo momento, di vivere un contrasto tra la mente di superficie e il corpo. L’unico peccato è che a volte ci dimentichiamo che il corpo ci restituisce una realtà di noi stessi più profonda rispetto a quella che ci dà la mente. E allo stesso modo lo spirito ci restituisce una realtà più chiara rispetto a quella del corpo. E con questo non voglio dire che i livelli di superficie debbano essere dimenticati, scartati o demonizzati. Ogni livello ha un proprio compito. Il livello di mente, di superficie, per esempio è dove risiede la logica, la razionalità, è un livello ad accesso veloce che ci semplifica la vita in molto più di un caso. Per esempio durante la nostra vita di tutti i giorni, quando dobbiamo dialogare, quando dobbiamo svolgere delle pratiche. Quando hai inizio giornata e, te lo consiglio se già non lo fai, stiliamo una lista degli impegni da portare a termine all’interno delle 24 ore. Dunque ogni livello ha il proprio compito. Nessun livello è superfluo.
Evidenziare tutto questo mi serve per dirti di farci caso la prossima volta che ti capita. Quando senti questo scontro tra ciò che pensi sia giusto e ciò che provi a livello corporeo, prendi in considerazione che il corpo ha un accesso più diretto alla tua essenza. Con questo non intendo che il corpo ti mandi sempre segnali che portino più beneficio rispetto alla mente. Ti faccio un esempio: il tuo corpo potrebbe manifestare un dolore dovuto ad un trauma profondo, celato o meno, e questo potrebbe portarti molta sofferenza, magari sproporzionata al contesto specifico che stai vivendo in quel momento. Dunque in questo caso non ti porterebbe beneficio immergerti completamente negli stimoli che ti manda il corpo.
Ciò che invece ti porta sempre beneficio, e qui andrebbe scritto a caratteri cubitali lampeggianti, è essere consapevoli di quello che sta succedendo. La consapevolezza è l’arma più importante che abbiamo perché ci fa mettere i giusti pesi e le giuste misure agli eventi, anche a quelli inaspettati.
Quindi, ricapitolando, non è bene pensare che il corpo, dato che ha un accesso più profondo, abbia sempre ragione, oppure la mente, dato che ha un accesso più veloce, più semplice, più facile da capire, abbia sempre ragione su ciò che ci manifesta questo corpo irrazionale e apparentemente privo di logica.
Quando il corpo ti invia dei segnali vuol dire che funziona bene, che sta facendo il suo dovere. E tu fai la tua parte: individua prima di tutto il sintomo, renditi consapevole che qualcosa sta accadendo. È il primo passo. Dopodiché fermati, respira, accettalo, ringrazia il corpo per farti provare quella sensazione, quel sintomo. Se hai tempo e modo è eccellente a questo punto meditare sulla causa del sintomo. Meditare significa cercare di avere accesso con lo spirito. Questo ti darà più chiarezza di ciò che sta succedendo, dato lo spirito giace a una profondità maggiore. E una volta consapevolizzata anche la causa, agisci per il tuo bene.
MEDITAZIONE
E qui arriva la meditazione: lo strumento per la conoscenza di ciò che è profondo. Di per sé, la meditazione è anche uno strumento di guarigione. Tuttavia in questo episodio parleremo solo della meditazione usata come strumento di conoscenza, lasciando quello riguardo alla guarigione per una prossima volta.
Cos’è la meditazione? È una via di mezzo tra una tecnica e uno stile d’essere, antica millenni e risalente a filosofie asiatiche. Possiede decine, se non centinaia di declinazioni e sotto-tecniche diverse. Ti basti sapere che la maggior parte di queste hanno in comune un processo di eliminazione. La meditazione ti serve per eliminare cosa? Il superfluo, lo stress, la paura, la rabbia, in alcuni casi la sofferenza se utilizzato come strumento di guarigione, le sovrastrutture che ci siamo creati. Quando eliminiamo tutto ciò che non è reale e che ci inquina e ci appesantisce, rimane l’essenza, emerge ciò di cui veramente siamo fatti, ciò che ci fa sentire vivi, ciò che proviamo realmente nei riguardi di un episodio, di un evento o di una grande decisione che ci si pone davanti.
Puoi trovare centinaia, migliaia di video gratuiti su Internet di corsi che ti spieghino dettagliatamente ogni tecnica di meditazione che possa fare al caso tuo. Ma nella mia esperienza, per cominciare, ti consiglio di iniziare dalla mindfulness. Con la mindfulness si va a stimolare la consapevolezza cercando di percepire ciò che si prova nel momento presente, senza divagare nel passato o nel futuro. Quindi mettiti in una posizione comoda, una posizione che ti permetta di respirare tranquillamente. Cerca di creare dentro la tua mente uno spazio di pace nel quale per un attimo cerchi di non farti prendere più preda dei pensieri della giornata, del passato, di ciò che hai sbagliato, di ciò che gli altri hanno sbagliato, di ciò che è successo, o delle ansie per il futuro, di ciò che potrà succedere, di quello che dovresti fare. Rimani ancorato al presente. Puoi valutare se ti venga meglio chiudere gli occhi, socchiuderli o tenerli aperti.
Ti renderai presto conto che arriveranno alcuni pensieri invadenti a farti visita. È una situazione del tutto normale e, anzi, aspettata. Quindi accogli il pensiero che arriva, osservalo, abbraccialo e poi lascialo andare. Qui puoi compiere anche un piccolo esercizio di visualizzazione. Io spesso immagino di inserire il pensiero all’interno di una bolla e di vedere questa bolla allontanarsi sempre di più, oppure di inserirlo su una barca e vedere questa barca allontanarsi nel mare fino a scomparire. È possibile che questo pensiero si ripresenti, oppure che se ne presentino degli altri. La tecnica della meditazione mindfulness, in questo caso, sta proprio nell’accogliere tutte le volte e tutti i tipi di pensieri che arrivano e usare sempre lo stesso tipo di approccio: accogliere i pensieri, osservarli e lasciarli andare.
Se ti serve di aiuto, puoi anche ancorare la tua attenzione su un particolare preciso del momento presente, per esempio:
- se sei ad occhi aperti: un colore, una forma particolare che vedi, un oggetto;
- se sei ad occhi socchiusi: magari una candela che hai posto vicino a te;
- se sei ad occhi completamente chiusi: focalizzati sul respiro, pensa solo al respiro. E lascialo andare in maniera naturale, inspira ed espira. Quando arriva un pensiero prendilo, accoglilo, lascialo andare e torna sul respiro.
E te lo dico per esperienza personale: all’inizio sembrerà che le meditazione non serva a nulla, che sia soltanto una perdita di tempo. Ma col tempo, con la costanza (ed è proprio lì la chiave), prendendosi un piccolo spazio quotidiano per coltivarla, il nostro cervello si abituerà a riproporre una condizione simile a quella meditativa anche durante i momenti di vita comune. Ci renderemo conto, col tempo, di essere più focalizzati su ciò che veramente conta, cioè sul presente, su quello che veramente stiamo provando, anche durante i nostri momenti di vita quotidiana: mentre facciamo la spesa, mentre camminiamo nella natura, mentre stiamo svolgendo un compito impegnativo. Questo ci darà modo di spogliarci di interferenze inutili e dannose in maniera più semplice. Di essere più consapevoli quando un segnale ci viene inviato dal corpo, perché abbiamo già tante volte sperimentato l’arrivo di un pensiero, di un’emozione o di un segnale durante la meditazione.
Piano piano potrai anche iniziare ad immergerti in piccoli scenari meditativi nei quali ti visualizzi andare in profondità in te stesso, in te stessa. Magari piccolo piccolo dentro di te, andare sempre più giù focalizzandoti questa volta, invece che sul respiro, su una candela o su una forma colorata, su un tema che ti sta a cuore. E iniziare a vedere ciò che emerge da dentro di te relativo a quel tema. Questo è importante come strumento di conoscenza. Se per esempio devi prendere una decisione importante, vai in profondità, elimina tutto ciò che non puoi controllare in maniera diretta, tutto ciò che proviene dal passato e dal futuro e senti le sensazioni corporee e spirituali che arrivano dalla tua profondità riguardo a quella decisione.
DOMANDE FREQUENTI
E qui arriviamo le domande: “Per quanto dovrei meditare? Con quale frequenza?” Non c’è una risposta uguale per tutti. In generale, secondo la mia esperienza, sarebbe meglio riuscire a farlo quotidianamente anche solo per 5 minuti. Meglio farlo quotidianamente piuttosto che farlo una sola volta alla settimana e per 2 ore. Questo perché in generale è più importante la costanza, è più importante che abituiamo il nostro cervello ogni giorno a rientrare in quella pratica piuttosto che farci una sessione da un’ora per poi stare a digiuno di meditazione per giorni e giorni. La durata della sessione la decidi tu: la puoi impostare come un timer, se la vuoi precisa, programmata, oppure puoi farti guidare dal flusso, da ciò che accade, da come ti senti. Ricordati che il fulcro di tutto è sempre il tuo benessere. Quindi fatti guidare da ciò che ti fa stare bene. Supera quello scoglio iniziale con un po’ di spinta, iniziando a meditare i primi giorni in maniera puntuale, poi una volta che spicchi il volo scegli tu i tuoi tempi.
Un’altra domanda comune è “Dove meditare?”. Sicuramente, per iniziare, i luoghi migliori sono quelli silenziosi in cui puoi focalizzarti più facilmente sulla tua interiorità. Ti assicuro che già la mente crea tantissimi disturbi, quindi tanto vale essere in un ambiente che non ne crei altri provenienti dall’esterno. Mi capisci, no? Tuttavia, col tempo, ti consiglio di sperimentare. Magari iniziando da luoghi all’aperto in cui ti trovi a contatto con la natura. Davanti al mare o all’interno di un bosco è eccezionale perché sei a contatto con i suoni della natura primordiali. Poi, se ti senti proprio avanzato, puoi provare a meditare anche in luoghi affollati e rumorosi.
MEDITAZIONE IN COPPIA
E dato che Amore Libero è un podcast che parla di amore, ti esorto a portare la meditazione all’interno della tua vita sia per conoscere e per amare te stesso/a, sia se ti trovi in coppia per entrare in comunicazione profonda anche con l’altro/a. La meditazione si può fare anche in due, in tre, in un gruppo. Trovo in questo caso la meditazione di coppia molto soddisfacente se praticata con consapevolezza e con i giusti tempi. Puoi per esempio porti davanti alla tua partner o al tuo partner e meditare insieme uno di fronte all’altra, magari con gli occhi chiusi, cercando di percepire l’energia anche visualizzandola a livello immaginativo. Magari si può immaginare di trasportare energia benefica verso la persona che abbiamo davanti oppure di riceverla. Ti consiglio anche di provare di tenervi le mani, magari a occhi chiusi, e di meditare in questo modo, dolcemente le mani le une sopra le altre, e usare il corpo come canale energetico, come connessione a una pratica che state svolgendo insieme, che state vivendo insieme.
CONCLUSIONI
Qui si conclude il quinto episodio del podcast, un episodio che mi sta particolarmente a cuore perché mette in connessione l’amore per sé stessi e per gli altri con una pratica spirituale, quella della meditazione, che ho portato da qualche anno all’interno della mia vita e che mi ha creato e mi crea molto beneficio sia nella conoscenza, nel collegamento con me stesso e con il mondo esterno, sia come strumento di guarigione, del quale parleremo in un prossimo episodio.
Mi dispiace di non essere riuscito a pubblicare questo episodio entro le due settimane canoniche. Gli impegni sembrano andarsi ad accavallare tutti assieme cercando in ogni modo di prendersi gioco di me!
Quindi diamoci alla flessibilità. Cercherò con un margine di tolleranza di pubblicare bi-settimanalmente gli episodi, ma senza avere una tempistica troppo ferrea. Magari li pubblicherò prima, magari un po’ dopo.
Quindi rimani aggiornato/a e ci sentiamo presto.
Un abbraccio.
Grazie!
- Categoria: Podcast Amore Libero
Grazie per aver dedicato del tempo alla lettura del mio articolo. Se desideri entrare in contatto con me mi trovi su Instagram come nicorelazioni (account Relationship coach) o nicolasbarilari (account personale), oppure puoi scrivermi una e-mail all’indirizzo info@viaggioversome.com
Se vuoi ascoltare il mio podcast Amore Libero lo trovi qui
Ti auguro serenità e chiarezza interiore. A presto!
Nicolas Barilari